La Control-Mastery Theory è un metamodello sul processo terapeutico che, da un punto di vista sperimentale, nasce dalle ricerche condotte dal San Francisco Psychoteraphy Research Group (Weiss, 1993; Weiss & Sampson, 1999) e principalmente dall’intenzione di sostanziare/disconfermare un’ipotesi centrale della teoria psicanalitica classica: ovvero che il trattamento sia per lo più indirizzato a superare le resistenze del paziente, resistenze che permettono al materiale fonte dello squilibrio psichico di non emergere e quindi di proteggere dall’angoscia conseguente.
Corollario di questo caposaldo teorico psicanalitico è l’idea per cui gli insight dei pazienti derivino dal superamento delle suddette resistenze e che, quindi, temporalmente, si collochino subito dopo un periodo di notevole disagio emotivo del paziente stesso (frutto dello “scontro” tra interpretazione dell’analista e resistenze del paziente). Weiss e collaboratori, analizzando i trascritti di analisi classiche, di psicoterapie psicoanalitiche di diverso orientamento e infine di psicoterapie non psicoanalitiche, dimostrarono l’insostenibilità della suddetta ipotesi: difatti non fu mai osservabile che gli autentici insight fossero preceduti da allarme, angoscia o genericamente sofferenza; piuttosto i pazienti, prima di diventare maggiormente consapevoli di dinamiche relazionali profonde (che probabilmente sono all’origine della sofferenza per cui quel paziente chiede aiuto), erano più calmi, rilassati, partecipi e coraggiosi. Posto che l’obiettivo della psicoterapia è restituire ad ogni paziente la capacità di riconoscere il valore e il senso originario della propria e dell’altrui esperienza emozionale (Liotti, 2001), ovvero di permettere al paziente di mentalizzare e di guardare a se stesso in maniera più accurata (Jurist, 2018), allora la cornice che permetterà questo processo di esplorazione congiunta della diade terapeutica sarà la messa in sicurezza emotiva del paziente durante le sedute. Solo una volta al sicuro il paziente potrà costruire, assieme al terapeuta, una diversa sceneggiatura della propria storia emotiva.
Ma cosa significa, per la Control-Mastery Theory, creare un clima di sicurezza o per dirla con Elliot Jurist di fiducia epistemica? Come si riconoscono e superano i test dei pazienti? Cos’è un Piano inconscio di guarigione? Come è possibile integrare questa teoria del processo terapeutico con le teoria della sofferenza e della cura dei diversi orientamenti in psicoterapia?
Francesco Gazzillo, psicoterapeuta e membro fondatore del Control-Mastery Theory Italian Group, ci aiuta ad approfondire il modello attraverso alcuni esempi derivanti dalla sua esperienza clinica.
Gianluca D’amico