Psichiatria

L’inserimento eterofamiliare in psichiatria: lo IESA in pillole

Il progetto IESA (Inserimento Eterofamiliare Supportato di Adulti) è un progetto di inserimento di pazienti psichiatrici adulti nel contesto di famiglie ospitanti, che decidono di aprire la propria abitazione a un ospite proveniente dal circuito della psichiatria canonica. In pratica, dopo essere uscito dalla fase sintomatologica acuta, il paziente viene accolto da una famiglia, che si prende carico del suo reinserimento in società in un contesto protetto, ricevendo in cambio un assegno terapeutico.

 

Perché il progetto rappresenta un’avanguardia nelle prassi psichiatriche?

  • Il progetto, di fatto, rappresenta uno dei pochi reali tentativi di contrastare le forme nuove di cronicità: nell’iter terapeutico percorso da un utente che accede ai servizi di psichiatria (presa in carico – piano di cura – messa in campo degli strumenti di cura – reinserimento sul territorio), l’ultima tappa è la più problematica: l’impossibilità di un reinserimento reale spesso frena tutto il processo, producendo regressioni, in un loop infinito e in percorsi lunghissimi che di fatto rappresentano una nuova forma di cronicizzazione dei pazienti;

 

  • L’abbinamento famiglia-utente è supervisionato e monitorato da un’equipe preposta che segue tutto l’iter e decide per le modalità della convivenza, facendosi “operatore sociale” ma in posizione “latente”, ovvero non presenziando sempre sul luogo di reinserimento;

 

  • A famiglia viene supportata attraverso un assegno terapeutico che si aggira intorno ai 1000€ al mese. Il costo per lo Stato di un utente reinserito tramite IESA è di tre volte inferiore al costo di un utente ospitato in strutture;

 

  • Il reinserimento etero-familiare fornisce un contesto reale di reinserimento: qui viene tentato un reinserimento reale, in una famiglia che ha sue abitudini e una rete sociale;

 

  • Il progetto avvantaggia due attori sociali insieme: il paziente e la famiglia ospitante, in una logica di vantaggio reciproco in cui non c’è nessuno che “perde”;

 

  • I progetti inerenti la sanità dovranno andare, per assenza di risorse, verso formule di questo tipo, domiciliarizzate e capillarizzate sul territorio, usando risorse già presenti;  

 

Nell’immagine di copertina uno spaccato dei numeri che caratterizzano progetti affini a IESA in Europa (come lo Shared Lives in UK). Per informazioni è possibile consultare la pagina Facebook dello IESA di Torino cliccando qui: FB Servizio IESA Asl To3.

Raffaele Avico

Psicologo, psicoterapeuta e psicotraumatologo, scrive anche per La Stampa, Il Foglio Psichiatrico, State of Mind e collabora alla redazione di Psychiatry On Line. Socio AISTED e ESTD, è interessato alla questione dello stress post-traumatico in particolare, e più in generale a tutto ciò che concerne la psicologia clinica nella sua accezione più applicata e reale

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