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Come aiutiamo il nostro corpo, la nostra mente e la nostra voce ad adeguarsi a tutti i tipi di cambiamento sociale ed intimo

L’evoluzione umana ha ormai attraversato secoli, e ancora assistiamo a capovolgimenti della natura che influiscono anche sul nostro corpo e sul nostro comportamento, trasformando atteggiamenti, pensieri, linguaggio e attività umane. Il tempo trasforma e distrugge (in sanscrito kāla significa distruzione/tempo). Tutto cambia e le acque del fiume che scorrono sono l’immagine che tutto muta, tutto si modifica.

Ciò che eravamo un minuto fa è indice del nostro cambiamento.

Dice Sergio Piro:

…l’estensionalità cronodetica richiede che ciò che viene detto deve poter essere subito mutato.

S. Piro, Negli Stessi Fiumi … C.S.R. Edizioni, 1992: 88

Tutto cangia, il ciel s’abbella.

Brano finale dell’opera Guglielmo Tell di Rossini

La costruzione e la distruzione, l’accrescimento e la riduzione delle forme tutto avviene sotto l’influenza del tempo e dello spazio.

Il misticismo del suono, Hazrat Inayat Khan, Edizioni Mediterranee, 2010: 42.

Il nostro cervello è particolarmente sensibile alle variabili ambientali (Richard M. Restak, The Brain, Warner Books, 1979: 304). Il grande cambiamento si è avuto quando l’uomo è passato dalla foresta alla savana, favorendo la caccia e sviluppando anche dati culturali, proprio perché la caccia richiedeva dei comportamenti diversi che avrebbero regolato non solo la giornata del singolo ma soprattutto quella di tutta la comunità. La ‘Kultur’ era per Wittgenstein e per Weininger “una grande organizzazione che attribuisce ad ogni suo appartenente il suo posto, in cui egli può lavorare nello spirito del tutto.” (L. Wittgenstein, Pensieri diversi, a cura di M. Ranchetti, Adelphi, Milano, 1980: 24-25). L’evoluzione culturale ed alimentare ebbe un impatto decisivo sul cervello, sviluppando certe capacità in modo significativo. La caccia richiedeva collaborazione e il nutrirsi anche di carne stimolò fortemente l’evoluzione del cervello.

Studi sulla malnutrizione infantile mettono in evidenza il ruolo decisivo del cibo, del movimento e della cultura sullo sviluppo cerebrale. Musica/Linguaggio e cultura cominciarono a delinearsi, prendendo anche spunto dalla natura circostante e da tutti i suoi rumori: canto degli uccelli: xxvii verso 16. Salomone succedette a Davide e disse: «O uomini, ci è stato insegnato il linguaggio degli uccelli» (Farid ad-din ‘Attār, The Speech of the Birds, Mantiq at-tair, The Islamic Texts Society: 2010).

Il fruscio del vento, il ritmo delle onde del mare, lo scrosciare della pioggia, la caduta di massi, il battito del cuore e tutti i rumori all’interno del nostro corpo hanno sviluppato quel ritmo che ha stimolato la musica e il linguaggio. Il mondo è pervaso da vibrazioni e queste producono suoni. Il corpo umano, così come qualunque oggetto che si muova, aria, acqua, vento, fuoco, il soffio di un respiro, ecc. ecc., spostando l’aria, produce vibrazioni e di conseguenza suoni. Dal suono, quindi, da quelle prime articolazioni vocali, che, comunque, già erano pregne di messaggi si è andata evolvendo la parola, che sottolineava un evento comunicativo (dall’ebraico dabar, evento/parola).

Dio è il Verbo che dà vita: “La lettera uccide, mentre lo spirito/respiro su cui corre la parola dà la vita.” (II Lettera ai Corinzi, 3:6). La parola orale aggrega il gruppo e deriva dalla nostra interiorità non solo come scelta verbale, ma soprattutto come suono: “Fisicamente costituita come suono, la parola parlata deriva dall’interiorità umana, rende manifesti gli esseri umani tra loro come interiorità coscienti, persone, e li unisce in gruppi coesi.” (Walter J. Ong, Oralità e scrittura, Il Mulino, 1986: 108).

La parola è un evento sonoro che si muove, e muove all’azione; è il frutto di situazioni concrete che stimolano l’interazione tra gli esseri umani. È enfatica, agonistica, e il suo tono deve sviluppare interesse, reazioni concrete, curiosità. Le culture orali si basavano sullo studio del tono vocale per attrarre il popolo all’ascolto di miti e tradizioni che passavano di ‘bocca in bocca’. Ci sono voluti anni ed anni per fissare la parola di Allah nella forma scritta del Corano, e per poter leggere gli Hadith di Muhammad. La recitazione a memoria dei Veda, del Corano e di tutti i canti appartenenti a varie fedi sono alla base della tradizione religiosa che per raggiungere il massimo della espressività, il ‘cantillio’ deve basarsi non solo sul ritmo, sul tono, ma soprattutto su una corretta articolazione dei simboli fonetici, esercitando i muscoli della glottide, delle labbra e della lingua a mettersi nella giusta posizione (v. Daniela De Meo).

All’inizio, l’uomo possedeva solo suoni bassi e alti, brevi e lunghi, che a seconda della forza con la quale venivano prodotti esprimeva diverse sensazioni e differenti situazioni. Ogni lingua e ogni linguaggio ha un ritmo e un tono particolare, per cui diventa essenziale associare all’apprendimento della grammatica e del lessico l’espressività tonale, che è la ‘musica’ di quella specifica lingua. La voce penetra nell’animo, rimane nel ricordo sensoriale accompagnata dal respiro dell’oratore, dai suoi profumi, dall’espressione del suo volto, dai suoi gesti e dal suo sorriso. “La voce ci guida lungo i sentieri dell’immaginazione” afferma Daniela de Meo, che con i suoi meravigliosi collaboratori (Emanuele Montanari e Riccardo Lotito) mi stanno facendo varcare gli infiniti risvolti della mia voce; una voce che non conoscevo e che mi sta aiutando nella presentazione dei miei lavori; una voce, la mia, che mi era sconosciuta e che ora sto imparando a gestire con consapevolezza.

La scrittura, al contrario, è fissa; si, è eterna, e ben venga, ma non dimentichiamo di entrare in contatto con la nostra voce, affinché le nostre parole rimbombino con dolcezza nella mente di chi ci ascolta. Platone fa dire a Socrate nel Fedro (274-7) che la scrittura è disumana e distrugge la memoria. La voce è l’espressione dello spirito, “se lo spirito è tenero, la voce è tenera; se lo spirito è duro, la voce è dura; se lo spirito è forte, allora la voce ha potenza; se lo spirito ha perso il suo vigore, allora anche la voce perde la sua potenza. … Esistono cinque qualità diverse di voce, connesse con il particolare carattere della persona. La qualità terra, la qualità acqua, la qualità fuoco, la qualità aria, la qualità etere.”(Hazrat Inayat Khan: 173-177). Il corpo umano si andava trasformando per adattarsi all’ambiente, non solo per superare i pericoli che la nuova vita presentava, ma anche per essere in armonia con il creato. La voce, il tratto più significativo e caratterizzante dell’essere umano, quella voce che è passata da semplici grugniti, pur sempre comunicativi, a frasi complete che si evolvevano attraverso strutture linguistiche appartenenti prima ad una proto lingua che poi si è scissa in differenti lingue per soddisfare le richieste dei differenti popoli che le parlavano, sta oggi perdendo la sua vera identità, sostituita dai messaggi veloci e stringati che si inviano con i cellulari.

Non sottovalutiamo la voce, perché il suo tono ci distingue, ci appartiene, ci identifica non solo come appartenenti ad un popolo e non ad un altro, non solo ad una regione specifica, ma ci apre agli altri rivelando le nostre emozioni, i nostri sentimenti, i nostri umori, i nostri pensieri intimi. Come il nostro corpo richiede cura e “manutenzione” per mantenersi sano e armonioso, affinché la bellezza non rimanga fine a sé stessa, ma contribuisca alla sanità mentale e fisica, così anche la voce richiede cura, lavoro e sostegno. Non è un bene scontato, la si deve coltivare, esercitare, renderla armoniosa e suadente per arricchire i momenti più belli della nostra vita. Un corpo agile e flessuoso è indice di benessere: sangue pulito non ostruito da grassi e appesantito da cibo in sovrabbondanza. Ma tutto ciò richiede sacrifici e sforzi di vario genere: movimento, movimento e tante rinunce: “Rimpinzarsi o astenersi, premiarsi o castigarsi. Ma è utile sapere che la nostra fede nutrizionale ha quasi sempre alle spalle una fede religiosa. … l’idea che ciascuno di noi debba favorire l’armonia del proprio corpo è un’eredità che ci viene dal mondo greco-latino …” (Elisabetta Moro, Marino Niola, Mangiare come Dio comanda, Einaudi Editore, 2023, Introduzione).

Le parole giuste in una voce sicura, dal tono morbido ma deciso, riusciranno sicuramente ad avere un effetto maggiore rispetto ad un alto discorso che usa un tono trasandato, senza sentimento, e senza sorriso, come ripete Riccardo Lotito durante le sue lezioni per far risaltare l’emozione del parlante. Prendiamo ad esempio i discorsi dei grandi statisti e soprattutto quelli di Churchill che abbinando parole, tono ed inflessione giusta riuscì, pur con i suoi difetti di pronuncia (sigmatismo), a trascinare e ad entusiasmare il suo popolo cambiando il corso della guerra (M. R. D’Acierno Canonici, Sir Winston Churchill: The War Speeches, Seges Quaderni di Studi Linguistici, Università degli Studi del Molise, Dipartimento di Scienze Economiche Gestionali e Sociali, n.3, 1996.).

… la voce è movimento. Per intraprendere il viaggio verso una voce migliore, il primo strumento è il movimento. Voce e movimento sono legati: lo afferma la medicina … lo suggerisce la musica … lo dice lo yoga con alcuni esercizi utili per sbloccare la balbuzie.

Daniela de Meo

Anche la voce si è andata trasformando ed arricchendo di suoni, inflessioni, ritmi, tonalità e continua a variare dentro e fuori di noi, attraverso il nostro impegno e la nostra cura.

Maria Rosaria D'Acierno

Laurea in lingue e letterature Occidentali (Inglese, francese tedesco); Laurea in Filosofia; Master in Pedagogia Clinica; Antropologa Trasformazionale presso la Scuola di Antropologia Trasformazionale del prof. Sergio Piro; psicoterapeuta; Laurea in lingue e Culture dei Paesi Islamici. Ho pubblicato numerosi saggi in riviste nazionali ed internazionali e partecipato a convegni scientifici in Italia e all'estero su argomenti di linguistica, multilinguismo, musica, scienze motorie e psicologia. Ho pubblicato libri in lingua italiana e in lingua inglese su argomenti che abbracciano sia il mondo occidentale che quello orientale. Come pittrice, ho partecipato a varie mostre.

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